E così giovedì sera siamo partiti per Granada. Come sempre organizzare una partenza qui é più incasinato di quanto possa sembrare e un’ora prima di salire sulla macchina di Laura, io e Nicola eravamo alla stazione degli autobus…

Essere andati in macchina ci ha permesso venerdì una gita nelle Alpujarras, una zona montuosa a sud di Granada, con piccoli villaggi bianchi immersi in boschi verdi; tutto molto bello, se non che pian piano il cielo si é fatto scuro e ci siam ritrovati sotto la grandine! Stare a Granada é stato molto bello, siamo stati ospiti di Cristina, che ha una casa senza riscaldamento (come la maggior parte in città) ma grande e accogliente, e ha accolto senza batter ciglio 5 persone conoscendo a malapena me (ebbrava cristina!).

Abbiamo passato quasi tutto il tempo assieme (tra l’altro c’erano anche Fernando e Floriana in erasmus a Cartagena e a Orihuela), tranne sull’Alhambra, dove bisogna prenotare almeno un giorno prima da tante che sono le richieste.

Effettivamente ne vale proprio la pena, mi piacerebbe aver già le foto (dove comunque non si vedrebbe il freddo tremendo che faceva!), anche perché non so cosa dirvi, per chi non ne ha la minima idea si immagini un colle che sovrasta la città dove il sultano (a suo tempo…) ha fatto erigere la sua (umilissima!) dimora e roccaforte: quindi palazzi e giardini con motivi arabi, giochi d’acqua (grande dimostrazione di potenza a quanto pare: in Africa non ce ne é molta…), mosaici; però poi c’é stata la riconquista, e allora: il palazzo di Carlo V e costruzioni occidentali altrettanto imponenti.

Tutto questo con una distesa di case bianche e palazzi ai tuoi piedi, e la Sierra Nevada, bianca per l’occasione, alle tue spalle. Se non vi basta, o se cercate un posticino carino per passare la vecchiaia più abbordabile del palazzo del sultano, c’é l’Albaicin (perdonate gli errori…), un quartiere vecchio su un colle di fronte all’Alhambra, anche qui visuali imperdibili e tanti locali dove vedere uno spettacolo di flamenco.

In città é caratteristico andare per ‘tapas’, cioè: ordini un bicchiere di birra (una ‘caña’) o di vino rosso (un ‘tinto’) e ti portano anche uno stuzzichino; a piacere a seconda del bar puoi scegliere o c’é una sequenza fissa, in generale sono qualsiasi cosa possa stare bene sopra una fetta di pane, quindi affettati, formaggi, salsine, ma anche pesce, lumachine,…

Domenica, in un locale sull’Albaicin, abbiamo pranzato a tapas e raciones (stessa cosa ma in un piatto intero e, soprattutto, devi pagarla!) di pescados y mariscos: pesciolini fritti, calamares, polpo, pesce alla piastra, gamberi, cozze; il tutto per circa 10mila lire. ehhhh già!

Facile capire il magone, domenica sera, al momento di tornare a casa. Ma é più che bella anche Madrid, sono 5milioni di abitanti contro … 300mila…